Il Ciavardello si ritrova nei boschi di latifoglie, in particolare querceti, negli arbusteti e nelle radure. Diffuso in Europa e in quasi tutte le regioni italiane, dalle aree planiziali fino a 800 metri di altitudine, cresce bene in ambienti soleggiati. Preferisce terreni argillosi, profondi e acidi, ma si può insediare anche in suoli calcarei. Specie pioniera nella colonizzazione di aree marginali, degradate, attualmente viene coltivata nei parchi e nei giardini per l’aspetto decorativo dei fiori, dei frutti e delle foglie, che in autunno assumono colorazioni che vanno dal giallo all’arancione e rosso. Il termine specifico “torminalis” deriva dal latino tormina che significa mal di ventre, dissenteria. Infatti questa pianta produce frutti preziosi usati, in erboristeria così come nella medicina popolare, contro coliche e diarrea. Il legno, compatto e resistente , viene utilizzato per lavori al tornio, per impiallacciature, per la realizzazione di strumenti musicali e in ebanisteria.

Arbusto o albero caducifoglio dal fusto non sempre eretto alto 1-20 m e provvisto di una chioma estesa, piena e tondeggiante. La corteccia di colore bruno-grigio, è fessurata e si desquama in placche negli esemplari adulti, mentre è grigia, liscia con lenticelle, in quelli giovani.

I nuovi rami inizialmente lievemente pubescenti, diventano col tempo brunastri e lucidi.

Le foglie del Ciavardello hanno una lamina profondamente lobata con forma ovale, lunga 5-10 cm. Esse sono conformate in sette lobi dentati, lucide e di colore verde intenso superiormente, più chiare e lisce, per perdita estiva della iniziale peluria, inferiormente; diventano rossastre in autunno. Sono semplici e posizionate sui rami in modo alterno tramite un lungo picciolo.

I fiori sono ermafroditi , raccolti in eretti corimbi di 10 cm circa. Il singolo fiore, presenta cinque petali bianchi e due stili. Fioritura, maggio-giugno.

I frutti sono pomi ovoidali di 1-1,5 centimetri che maturando assumono una colorazione bruno-rossastra e contengono quattro semi.